In mille a Verona per dire: “No al razzismo e al fascismo!”
Circa un migliaio i militanti che ieri hanno preso parte alla Giornata Antifascista di Verona, convocata da un’Assemblea di realtà antifasciste veronesi dopo la vicenda del mancato concerto dei 99 Posse. La prima iniziativa si è svolta alla mattina, quando nella sala civica della III circoscrizione gli organizzatori hanno presentato il dossier “A Verona ogni erba è uno (s)fascio”. Si tratta di una raccolta di dati e documentazioni che provano a ricostruire l’intreccio di legami tra la Lega Nord del sindaco Tosi, che dal 2007 governa la città, ed il vasto mondo dell’estremismo religioso e di destra. Nel volume, di ben centocinquanta pagine, sono elencate tutte le aggressioni a stampo razzista ed omofobo degli ultimi tredici anni accadute a Verona nonché tutti i collegamenti tra la giunta comunale e gli ambienti cattofascisti dell’integralismo religioso. Alla presentazione ha preso parte anche lo studioso Saverio Ferrari, che nel 2002 a Milano ha contribuito a fondare l’Osservatorio Democratico sui fascismi. La proposta di costituire un “osservatorio sui fascismi” anche a Verona è il tentativo di proseguire con la mobilitazione antifascista anche dopo il 25 ottobre.
Nel pomeriggio il corteo è stato l’appuntamento più caldo e sentito della Giornata. Per parteciparvi, infatti, sono giunte delegazioni dal Friuli, da Bologna, Milano, Brescia, Trento, Parma, Rimini e perfino Monaco di Baviera. I mille manifestanti hanno percorso il tragitto del corteo scortati da un ingentissimo dispiegamento di forze dell’ordine, composto da oltre cinquecento unità: un dispiegamento fuori luogo quanto inspiegabile visto il tenore decisamente comunicativo del corteo. Durante la manifestazione dall’impianto acustico sono stati ricordati i devastanti effetti sul tessuto e sui rapporti sociali che hanno prodotto gli ultimi vent’anni di politiche razziste e securitarie portate avanti dalla Lega Nord e dai suoi alleati. Sotto palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona, i manifestanti si sono fermati a lungo per ricordare che è proprio il partito del sindaco il responsabile politico di questa situazione, visto che è proprio il suo partito a soffiare sul fuoco dell’emergenza sociale per accumulare consenso elettorale.
Dopodiché il corteo è filato liscio, non senza una sosta nei pressi di corticella Leoni, dove nel 2008 si consumò l’aggressione che portò alla tragica morte del 29enne designer di Negrar, per ricordare che spesso la violenza verbale usata dagli ultras dell’Hellas in curva Sud diventa violenza fisica, e a volte pure uccide. Percorrendo il lungadige Rubele, dal quale si può vedere il quartiere di Veronetta al di là dell’Adige, è stata denunciata la militarizzazione ingiustificata cui è stata sottoposta la zona più multietnica della città per rincorrere i deliri securitari della Lega Nord e di Tosi. La giornata si è conclusa con un concerto gratuito in piazza delle Poste, a detta degli organizzatori “un’altra piccola riappropriazione di spazi per i giovani in questa città. Un modello culturale alternativo al binomio Curva-Discoteca è infatti necessario perché anche a Verona nascano spazi nei quali possano trovare legittimità le lotte per i diritti, l’autogestione e la tutela dei territori dalla devastazione delle grandi opere”.
Redazione