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Archive for the ‘Autodeterminazione’ Category

OverMeccanica: fabbrica occupata, ma il futuro è nero. Tiene viva la speranza solo la lotta dei lavoratori.

May 21st, 2014 Comments off

“BENE COMUNE”. È questo lo striscione che i lavoratori e le lavoratrici della ex OverMeccanica hanno appeso fuori dai cancelli della fabbrica. Al termine dell’assemblea di lunedì scorso, infatti, i circa 200 (tra operai, tecnici ed impiegati) hanno deciso di non attendere i tempi della burocrazia e di passare all’azione diretta. Lo stabilimento è stato occupato ed il presidio permanente dei lavoratori ai cancelli non lascia entrare né uscire nessuna merce.

over2Ma partiamo dal principio. La OverMeccanica è una storica azienda veronese, produttrice di macchinari per la cartotecnica. Si tratta, come tra l’altro i lavoratori ci tengono a sottolineare, di una delle pochissime fabbriche rimaste dove si svolge tutta la filiera produttiva: dalla progettazione, alla produzione, all’assemblaggio. Insomma un fiore all’occhiello dell’industria metalmeccanica: manodopera eccellente, impianti all’avanguardia e commesse. Mancano “solo” i soldi per far funzionare tutto. E mancano a causa della gestione a dir poco scellerata dei vari proprietari che si sono succeduti. Grazie alla depenalizzazione del reato di falso in bilancio (operata dal primo Governo Berlusconi ormai più di dieci anni fa) questi sono riusciti a tenere nascosta per anni una voragine (più che un buco) nei bilanci dell’azienda. Quando la reale portata del debito accumulato è saltata fuori, al Gruppo Over non è rimasta altra soluzione che mettere in vendita l’intera struttura al migliore offerente. Il quale, un anno fa, fu individuato nella francese ABK Machinery che affittò l’azienda per un anno con la promessa di acquisto definitivo l’anno successivo. In realtà, a posteriori, è risultato evidente che l’operazione di ABK era puramente speculativa e tendeva esclusivamente a depredare la ditta veronese di macchinari e commesse. Ora che il palco è caduto (ABK infatti non ha i soldi per concludere l’acquisizione) l’affitto d’azienda è stato revocato e tutto è tornato in capo alla OverMeccanica, fallita. Cioè del Curatore Fallimentare nominato dal Tribunale. Il quale sta cercando di battere l’unica strada percorribile: quella di mantenere a Verona la lavorazione della commessa australo-statunitense che garantirebbe lavoro negli impianti per almeno un anno e mezzo (e per la quale, anzi, il personale sarebbe sottodimensionato, a detta degli operai). E qui iniziano gli ostacoli: i committenti denunciano di aver già perso anche troppo tempo e, se la lavorazione della commessa non inizierà entro il 1 giugno, rescinderanno il contratto e si rivolgeranno altrove. ABK, cui sono stati concessi dal Tribunale sessanta giorni di tempo per abbandonare gli stabilimenti, non sembra avere tutta questa fretta. Secondo gli operai del presidio, i francesi stanno volutamente tenendo tutto bloccato per far saltare la commessa da Verona e, chissà, cercare di portarsela in Francia. Quindi hanno deciso di alzare la voce e farsi sentire.

“Vorremmo far capire che noi lavoratori – dice Andrea del Presidio Permanente – non siamo disposti a subire passivamente questo continuo rimpallo di responsabilità. Noi siamo pronti a lavorare, ma dev’essere chiaro che i soldi che entrano devono essere usati prima di ogni altra cosa per pagare i nostri stipendi e i nostri fondi pensionistici, che il proprietario precedente si è intascato. Siamo determinati ad esercitare su ABK il massimo della pressione affinché non ostacoli ulteriormente il proseguimento della trattativa”. Trattativa che proseguirà nelle prossime settimane, almeno finché resterà in piedi questa commessa.

Dopo Officine Ferroviare Veronesi e Abital un altro storico marchio veronese rischia di diventare l’emblema di una crisi che, anche a causa dell’Austerity imposta da Bruxelles, continua a mietere vittime tra gli strati più deboli della popolazione. Ma tra lavoratori, migranti, precari e studenti comincia a diffondersi una certezza: “La soluzione è l’autogestione”.

Redazione

Contestato all’Hotel Leon d’Oro Martin Schulz, candidato del PD alla presidenza UE

May 14th, 2014 Comments off

Negli ultimi 15 giorni la campagna elettorale solitamente entra nel vivo, con l’arrivo dei cosiddetti “big” a caccia del voto degli indecisi. Quest’anno però il copione non rispecchia fedelmente quello degli anni scorsi. La propaganda dei partiti, come colti da una sorta di “crisi di comunicazione” (forse perché improvvisamente resisi conto di avere gran poco da comunicare), prosegue in sordina e lontana anni luce dall’immagine delle piazze straripanti ad ascoltare il comizio del leader (eccezion fatta per Grillo).

Non si distingue nemmeno il Partito Democratico che, nonostante sia dato in vantaggio di molte lunghezze sul Movimento 5 Stelle, fa arrivare quasi nascostamente a Verona Martin Schulz, niente di meno che il candidato Presidente della Commissione Europea. L’incontro organizzato presso l’Hotel Leon d’Oro (la mattina di un giorno feriale) ha visto infatti la partecipazione esclusiva degli addetti ai lavori. Un centinaio di dirigenti locali del PD in tutto.

NoTavAd accogliere Schulz c’erano però anche i Movimenti contro la Precarietà e l’Austerity. Nel picchetto fuori dall’hotel una ventina di militanti della Rete Sociale per il Diritto alla Casa e del Kollettivo Autonomo hanno srotolato uno striscione con scritto “AUSTERITY, REPRESSIONE e PRECARIETÀ: È QUESTA LA VOSTRA DEMOCRAZIA!”. Obbiettivi della contestazione il recente Jobs Act, l’ultima riforma del mercato del lavoro, ed il Piano Casa del ministro Lupi. Ricordando le immagini della manifestazione del 1 maggio a Torino, in cui la celere indossava le casacche del servizio d’ordine del PD, è stata anche denunciata le repressione poliziesca dei movimenti messa in atto dal governo Renzi e nel chiedere la liberazione dei 4 militanti No Tav arrestati lo scorso anno con la pesantissima accusa di terrorismo è stata anche denunciata a gran voce la politica persecutoria della magistratura (osannata dal PD) nei confronti del Movimento No Tav.

È comunque un dato di fatto che, nonostante il volto rassicurante del premier, il Partito Democratico sia costretto ad una campagna elettorale nell’ombra, per paura delle contestazioni di coloro cui la crisi ha tolto lavoro, reddito e, di conseguenza, diritti. Ma anche nell’ombra non riesce a sfuggire al dissenso dell’opposizione sociale, perché le vittime della crisi si stanno auto-organizzando per resistere e per creare un’alternativa dal basso. L’11 luglio si terrà a Torino il vertice dei leader europei sulla disoccupazione giovanile, ed è in quella data che i movimenti hanno dato appuntamento al Governo.

Redazione

Alla crisi gli operai rispondono con la mobilitazione!

May 9th, 2014 Comments off

“Chiediamo solo Lavoro!” questo lo striscione che ha aperto stamattina il corteo dei metalmeccanici delle aziende in crisi di Verona. Circa un migliaio le tute blu che hanno sfilato nel centro di Verona, da Porta Palio fin sotto al palazzo della Prefettura in piazza dei Signori. Chiamati a raccolta dalle sigle confederali FIOM-FIM-UILM su iniziativa dei lavoratori della ex OverMeccanica che, come abbiamo raccontato in settimana, è destinata a fallire dopo il Consiglio di Amministrazione previsto per lunedì 12 Maggio. Sono 188 i lavoratori che resteranno a casa.

foto0182Gli operai e le operaie della storica industria metalmeccanica di Borgo Roma già dalla settimana scorsa hanno bloccato le uscite degli stabilimenti per evitare che materiali e macchinari fossero portati fuori. Ora, dopo aver tentato la via istituzionale dei “tavoli di concertazione”, sono pronti al salto di qualità organizzativo. Il desiderio che gira tra le lavoratrici ed i lavoratori è infatti quello di non rassegnarsi all’ineluttabile, ma di muoversi attivamente per recuperare il reddito che viene loro strappato dalla precarietà del mondo del lavoro. Quel reddito che per molte famiglie è la sola fonte di sostentamento.

“Se lunedì non ci saranno svolte in positivo” racconta Andrea, uno degli operai, “siamo pronti ad installare un presidio permanente all’interno della fabbrica. Possiamo riconvertire gli stabilimenti ed autogestirli, in questo modo cerchiamo di opporci ad un sistema che ci sfrutta fino al midollo e poi ci getta come una scarpa usata”.

“Ci sono professionalità con più di 40 anni di lavoro in fabbrica che adesso vengono buttate alle ortiche solo perché così conviene agli imprenditori” urla dal microfono Dante, delegato FIOM, “ma alle convenienze di noi operai non pensa mai nessuno!”

“Abbiamo a cuore il problema” è il laconico commento di alcuni parlamentari del Partito Democratico presenti in piazza. A giudicare dal Jobs Act, l’ennesimo provvedimento dei governi PD sul mercato del lavoro (che precarizza a più non posso intere classi di lavoratori), sembra un’affermazione piuttosto contraddittoria.

foto0123I metalmeccanici del gruppo ABK (ex OverMeccanica) hanno raccolto strada facendo la solidarietà attiva di un’altra grande e storica azienda veronese ora in crisi: le Officine Ferroviarie Veronesi. Anche in lungadige Galtarossa (dove hanno sede le OFV) la situazione non è affatto rosea: a maggio scade la cassaintegrazione a zero ore e gli oltre cento dipendenti non sanno più dove sbattere la testa. Dopo essere stati turlupinati dal loro datore di lavoro, l’ingegner “caldaia” (leggi Giovanni Biasi), che si è intascato pure una parte dei loro fondi pensionistici pagati direttamente dallo stato, sono anch’essi sull’orlo del baratro.

Le preoccupazioni dei lavoratori sono per tutto il tessuto produttivo, quello industriale veronese, che si sta lentamente dissipando per l’inadeguatezza e la scarsa lungimiranza di molti “valorosi” capitani d’industria; preoccupazioni che si aggiungono, ovviamente, a quelle per lo stipendio perduto. La speranza è che le diverse vertenze si uniscano in un’unica lotta: quella per garantire reddito, diritti e dignità a tutte e tutti. In qhttps://losveglio.noblogs.org/post/2014/05/09/alla-crisi-gli-operai-rispondono-con-la-mobilitazione/uesto senso la prossima settimana potrebbe essere quella decisiva.

Redazione.

Situazione drammatica alla ex Over Meccanica: la storica fabbrica veronese sta per chiudere e 190 famiglie stanno per rimanere senza futuro

May 7th, 2014 Comments off

“Si doveva pensarci prima!” Questo il commento più diffuso tra i lavoratori e le lavoratrici della ex Over Meccanica di borgo Roma. Sembra infatti che, dopo le promesse di acquisto definitivo formulate ormai un anno fa dalla francese ABK Machinery, le trattative si siano definitivamente bloccate. E a questo punto soltanto un miracolo sembra poter salvare i 190 posti di lavoro della storica fabbrica veronese.

overTuttavia il clima che regna nei cortili fuori dalle officine è tutt’altro che di rassegnazione. I lavoratori e le lavoratrici hanno infatti reagito auto-organizzandosi, decisi a difendere il lavoro fino all’ultimo. Già da mercoledì scorso sono state bloccate le uscite, per impedire che i materiali ancora presenti nei capannoni venissero portati via senza che prima fosse stata trovata una soluzione condivisa. I delegati sindacali sono riusciti, anche se tardivamente, ad ottenere l’apertura di un tavolo di crisi con il Ministero delle Attività Produttive. Tavolo al quale i rappresentanti di ABK hanno già fatto sapere di non voler sedere.

Per sollevare l’attenzione sulla questione e chiedere la solidarietà attiva di tutta la cittadinanza è stato convocato un presidio sotto al Comune di Verona per domani, giovedì 8 maggio, alle ore 15.00. Inoltre i lavoratori e le lavoratrici hanno già proclamato un corteo cittadino per venerdì 9 maggio, che partirà nei pressi di Porta Palio alle ore 10.00 per dirigersi verso Piazza dei Signori, sede della Prefettura.

Ma non finisce qui, perché, nel caso ovviamente che tutte le altre possibilità in campo vadano ad esaurirsi (come purtroppo è tuttavia sempre più probabile), si pensa anche di costituire un presidio permanente all’interno della fabbrica. Lo scopo? <<Semplice: – dicono – Autogestione!>>.

Molto dipenderà senz’altro dalla risposta che darà la città. Se non c’è certo da aspettarsi un qualsiasi tipo di intervento dal sindaco Flavio Tosi (troppo impegnato a lamentarsi dei torti arbitrali a sfavore dell’Hellas Verona), sarà interessante vedere le soluzioni che proporrà il governo. Anche se, a giudicare dalla ennesima compressione dei diritti dei lavoratori contenuta nel recente Job Act, anche dalle parti di Palazzo Chigi non sembra tirare una gran bella aria.

 

Redazione

“QUANDO L’INGIUSTIZIA DIVENTA LEGGE, DISOBBEDIRE DIVENTA UN DOVERE!”

April 29th, 2014 Comments off

“QUANDO L’INGIUSTIZIA DIVENTA LEGGE, DISOBBEDIRE DIVENTA UN DOVERE!” Questo il senso del volantino, firmato Cittadin* Disgustat*, che da un paio di giorni gira sul web invitando, appunto, la cittadinanza a disobbedire pubblicamente all’ultima ordinanda firmata Flavio Tosi. Quella, per intenderci, che vieta (pena la contravvenzione) di distribuire cibo e bevande ai senzatetto nella zona intorno a Piazza delle Erbe.

“Mercoledì 30 aprile, nel 6° anniversario dell’uccisione di Nicola Tommasoli, durante la serata organizzata in Piazza delle Poste violeremo questa ordinanza palesemente odiosa e discriminatoria ed invitiamo tutta la cittadinanza a fare altrettanto” spiegano gli organizzatori della manifestazione (Kollettivo Autonomo, Circolo Pink, Gruppi e Movimenti Antifascisti). “La figura di Flavio Tosi Sindaco-Sceriffo ritorna puntuale ad ogni campagna elettorale. Da quando nel 2007 è stato eletto sindaco non ha fatto altro che soffiare sul fuoco dell’intolleranza per ottenere consensi. Nominando noti neofascisti nei posti chiave della sua amministrazione ha di fatto favorito la propaganda xenofoba di movimenti razzisti come Casa Pound o il Veneto Fronte Skinhead. Il risultato sono decine di aggressioni a sfondo razzista ed un clima in città non proprio tranquillo per gli/le antifascist*. Si pensi solo alle incursioni in Università e nei locali di Veronetta dello scorso anno, il cui protagonista fu un consigliere di circoscrizione della Lista Tosi”.

“È indispensabile che l’auto-organizzazione dal basso riesca a produrre un’efficace opposizione a questo sindaco ed alle sue politiche. Non possono essere sempre le classi più deboli a dover pagare per la popolarità di Tosi e della Lega!”

L’appuntamento lanciato è quindi per le ore 18.00 a Porta Leoni, dove avvenne l’aggressione a Nicola e dove verranno ricordate le vittime del fascismo (vecchio e nuovo). Alle 20.00 partirà il corteo diretto verso Piazza delle Poste dove la serata si concluderà con musica e letture.

anti clochard tommasoli bozza

Inaugurazione Palestra Popolare Veronetta

April 26th, 2014 Comments off

Il 1 aprile 2014 verrà avviato al circolo Pink in via Scrimiari 7A il progetto di una palestra popolare autogestita, che prenderà provvisoriamente il nome dello storico quartiere veronese.
L’idea, o meglio, l’esigenza di una palestra nasce come risposta a molteplici problematiche/considerazioni riguardanti in primis la città di Verona, ma anche il lavoro che altri compagni dei centri sociali svolgono quotidianamente nei loro spazi.
Sul nostro territorio esistono solamente palestre in cui le logiche del profitto e della legge del più forte sovrastano ogni rapporto etico tra chi le frequenta. Non è raro, inoltre, una volta dentro, trovarsi di fronte giovani neofascisti di Forza Nuova, Blocco Studentesco e relativi simpatizzanti che non aspettano altro che potersi sfogare.
La palestra popolare, quindi, rifiuta le logiche del profitto e la cultura dell’apparire delle palestre capitaliste. È un’esperienza di autogestione in cui valori quali uguaglianza e rispetto costituiscono la base degli allenamenti, in cui razzismo e xenofobia che caratterizzano questa città vengono spazzati via, in cui chi non può permettersi di spendere centinaia di euro nelle palestre comuni possa comunque allenarsi assieme ad altre persone che abbiano un pensiero comune.
L’aggregazione che una palestra popolore porta è elemento fondamentale nella costruzione di un movimento che combatta le ingiustizie sociali e che lotti per ottenere i diritti dei quali ogni giorno veniamo privati.
E se più avanti si sentirà l’esigenza di avere spazi più grandi, dove si possano allenare duecento persone invece che venti, vuol dire che saremo in abbastanza per poter realizzare questo desiderio.
Palestra Popolare VERONETTA
Kollettivo Autonomo Antifascista Verona

 

Sollevare una Generazione Report assemblea nazionale 25, 26 gennaio 2014

April 26th, 2014 Comments off

La condizione dei giovani nella crisi, il continuo aumentare della disoccupazione giovanile e dell’abbandono scolastico, le politiche di austerità incessanti, le scuole come magazzini di futuri precari privi di consapevolezza; questi sono stati gli argomenti da cui siamo partiti nell’assemblea nazionale del network StudAut che si è tenuta al Laboratorio Crash di Bologna il 25-26 Gennaio 2014.Un’assemblea ampia e partecipata che ha visto allargarsi a cinque nuove città la rete di StudAut, ricca di riflessioni e capace anche dell’autocritica necessaria a continuare a far crescere le lotte. Dall’assemblea di apertura abbiamo potuto confrontarci città per città sull’Autunno di lotte appena trascorso, constatando i punti di continuità che si sono manifestati nella maggior parte delle città presenti: da un lato la capacità di costruire vertenzialità autonoma partendo dai bisogni degli studenti, colpendo le istituzioni locali e rovesciando il tavolo ad ogni trattativa; dall’altro la connessione tra lotte studentesche e lotte sociali di ogni tipo (dal movimento per l’abitare, alle lotte operaie ed alle lotte ambientali), direzione in cui ancora grandi passi vanno compiuti. Questa sintonia tra i movimenti studenteschi in grado di portare le loro istanze in piazza e gli altri movimenti che attraversano le metropoli ed i territori ci dimostra che, pur manifestando bisogni specifici (trasporti, libri, edilizia scolastica…), gli studenti stanno costruendo una consapevolezza del contesto di austerity diffusa che li circonda e sono pronti a combatterla.
All’interno del tavolo assembleare su comunicazione e contro-informazione abbiamo anche discusso e lanciato la campagna NoInvalsi, contro i test della scuola-azienda che continuano a vederci come numeri e merci, svilendo la capacità critica sin dai primi anni di scuola elementare e imponendo le riforme nelle scuole. Cominceremo così da subito a informare e costruire consapevolezza per far si che il 13 Maggio, dentro le scuole, tanti test vengano lasciati in bianco. Nei giorni immediatamente precedenti ed in particolare il 12 Maggio ci mobiliteremo per dar voce e forza a questa campagna.L’elemento comune più discusso e ritenuto significativo però è stato soprattutto il ricambio generazionale e i nuovi soggetti che attraversano le piazze e le animano di conflitto. I protagonisti delle grandi esplosioni che si sono viste in alcune città (ma anche dei percorsi intrapresi dai collettivi di tutta Italia) sono studenti degli istituti e dei professionali, sono migranti e figli di proletari e molte volte non sono nemmeno più studenti ma hanno lasciato la scuola (prematuramente o non). In questa nuova composizione di piazza vediamo soggetti meno politicizzati, più spontanei nelle pratiche e nella visione delle lotte, molte volte presenti in piazza solo per sfogare una rabbia intrinseca e spontanea.
Così l’occhio dei movimenti deve allargare il proprio orizzonte e cominciare a guardare a tutta una generazione, includere gli studenti in un bacino più ampio: i giovani. Il compito dei collettivi diviene attraversare i quartieri e gli istituti, per inchiestare ed aggregare un soggetto sociale che non ha prospettive ne per il proprio presente ne per il proprio futuro, che vive una condizione di assoluta incertezza e precarietà (spesso senza nemmeno esserne consapevole), che rifiuta la scuola come luogo di controllo ed oppressione incapace di offrirgli alcun sapere, che in molti casi è ostile o diffidente agli approcci ed i linguaggi tradizionali dei movimenti studenteschi ma si riconosce nelle pratiche del blocco, del corteo selvaggio e dell’assedio.
Per procedere in questa direzione e consolidare il ponte tra movimenti studenteschi e i movimenti che hanno dato vita alla sollevazione del 19 Ottobre abbiamo messo in agenda alcune date:
-Il 7 Marzo daremo vita ad una giornata di mobilitazione studentesca contro la disoccupazione giovanile e la precarietà, che faccia una voce unica di tutti i percorsi di lotta intrapresi quest’Autunno e rilanci verso l’assedio al vertice UE, che si terrà ad Aprile a Roma.
Contestare quella riunione, dove i grandi potenti d’Europa terranno un incontro sulla disoccupazione giovanile (la cui stima in Italia si avvicina al 50% mese dopo mese) significa rifiutare nettamente l’austerità e la crisi che ci stanno facendo subire, privandoci di ogni dignità e prospettiva futura.
Ad Aprile le forze che hanno dato la spinta al 19 Ottobre convergeranno nuovamente: studenti, precari, disoccupati, lavoratori, movimenti per la casa, movimenti contro le grandi opere e la devastazione ambientale si solleveranno e busseranno alle porte dei poteri forti europei.

www.studaut.it

Lega ladrona! L’ autonomia dal basso non perdona!

April 26th, 2014 Comments off

Si è conclusa la giornata di mobilitazione contro i leghisti che questo pomeriggio hanno invaso la città, richiamati all’ordine dai loro porci comandanti, in difesa degli arrestati nei giorni scorsi, accusati di aver creato un’ associazione con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. I leader della Lega Nord (Salvini, Tosi, Bossi, Maroni, ecc…), è bene ricordarlo, sono gli stessi signori che hanno consentito, con la loro permanenza al governo per vent’anni, che la destra neoliberista berlusconiana distruggesse completamente quel poco di stato sociale rimasto in piedi dalle lotte degli anni ’70. Gli stessi signori che hanno reso invivibili città altrimenti splendide, come Verona, grazie ai loro folli deliri securitari infarciti di propaganda xenofoba della peggior specie. Gli stessi signori che siedono in parlamento da vent’anni, e che governano le tre più popolose regioni del nord senza essere in grado di ostacolare il furto perpetrato impunemente, ai danni delle classi sociali più deboli, da parte di governi, banche e multinazionali. Gli stessi che hanno firmato le leggi più infami del ventennio berlusconiano, come la Bossi-Fini, che ha scientificamente abolito il “diritto alla dignità” dei cittadini migranti e contribuito a condurre alla barbarie i rapporti umani in una società già gravemente impoverita dalla crisi economica e dall’Austerity della trojka (FMI-UE-BCE). Gli stessi che fanno affari coi soldi pubblici con la ‘ndrangheta mentre consentono speculazioni mastodontiche che devastano i nostri territori, altroché “padroni a casa nostra“!
Gli stessi che nascondono diamanti in Nuova Zelanda mentre pensionati ed operai non arrivano alla fine del mese, vengono sfrattati e gettati in strada grazie alle loro scellerate politiche ultraconservatrici.Oggi un gruppo di militant* antifascist*, si è diretto in piazza dei Signori, tentando di interrompere il comizio in corso e costringendo i celerini a “blindare” la piazza per difendere i leghisti. L’intervento delle forze dell’Ordine ha obbligato i/le militant* a ripiegare. Un secondo tentativo di avvicinarsi alla piazza è stato stroncato nei pressi di piazza Erbe dalla polizia che è riuscita a fermare e identificare alcun* compagn* che hanno tentato la fuga tra i vicoli del centro cittadino.
Abbiamo voluto ribadire , con la rabbia repressa e accumulata nei mesi e anni passati a ingoiare la merda di questa città e della politica di Tosi&co, che la Lega non è ben voluta. Continueremo ogni giorno ad opporci, raccoglieremo le macerie sociali, risultato di vent’anni di governi neoliberisti, rivolgendo verso i responsabili di questo vuoto sociale (sotto forma di conflitto) la rabbia accumulata e il bisogno di riappropriazione di spazi e diritti. L’obiettivo è un percorso politico autonomo che rappresenti un’alternativa per Verona, da troppo tempo soffocata sotto una cappa di ottusità, ignoranza e intolleranza.

Kollettivo Autonomo Antifascista Verona

Rompere la quotidianità

April 26th, 2014 Comments off

Creare crepe, allargare faglie di crisi, fare movimento di interstizione. Sono questi gli obiettivi che deve porsi una realtà del mutamento. Agire e sabotare il presente, creando aree di libertà che oltrepassino la logica del mondo in cui si vive. Ripartire dalle relazioni umane, contrapponendo a logiche economiciste un vivere comune che si riapprori di pratiche cooperative assembleari, influendo nella quotidinaità con un fare diverso. La crisi flagella in Europa milioni di persone, abbattendo quel minimo supporto sociale che era riuscito a sopravvivere nonostante trent’anni di politiche neoliberiste. Recentemente un rapporto Oxfam ha messo in evidenza l’abisso della disuguaglianza, sottolineando come 85 persone detengano l’equivalente della ricchezza di metà della popolazione mondiale. Le politiche di austerity nel frattempo mietono vittime, perseverando il dogma dei tagli nel sociale a tutto vantaggio di cavalcanti privatizzazioni. Nemmeno la retromarcia del Fondo Monetario Internazionale, che in più sedi ha ammesso errori di valutazione rispetto alle politiche di austerity e al salvataggio della Grecia, intimorisce le politiche portate avanti dall’Unione Europea e adottate poi dai singoli Stati. Oggi più che mai è necessario ripartire da forme diverse del vivere comune per organizzarsi e immaginare un mondo diverso. Non è certo l’idea di una lista europea che deve abbagliarci, ma la necessità di ripartire dal basso. L’ennesima riproposizione, tardiva, di strutture che legittimano il sistema stesso che si vuole cambiare non servirà a modificare una forma mentis che penetra nelle fibre più profonde di un modo di produzione, di un modo di guardare i problemi collettivi, di una modalità di creare rapporti umani. È su queste dinamiche che bisogna soffermarsi. Organizzarsi e pensare collettivamente, cercando di debellare il virus dell’individualismo di matrice liberale che sradica la persona dal contesto che la circonda, facendo immergere i problemi dei singoli in un’aurea di colpevolizzazione, annullando viceversa il più ampio cosmo circostante, che mette invece in mostra l’interconnessione di problemi comuni. Il diritto alla casa è collegato al diritto al lavoro e, contemporanemente, questi sono indissolubilmente legati al diritto di cittadinanza globale, contro le carceri dei confini. Infine senza una coscienza politica condivisa e senza obiettivi comuni, ogni tentativo frettoloso di aggregazione verticale fallirà. Solo l’orizzontalità e la condivisione comune dei problemi possono riaprire spazi di conflitto.